Il Sentiero Roma è un trekking lungo 54 km, si svolge prevalentemente a 2500 m di quota ed attraversa la Val Codera, l’intera testata della Val Masino e termina in Valmalenco.
L’itinerario si svolge al cospetto di grandi montagne, tra cui il Ligoncio, il Badile, il Cengalo, la Cima di Zocca, la Cima di Castello e l’imponente Monte Disgrazia.
Per percorrerlo occorrono diverse giornate di cammino, dai 3 ai 5 giorni in base all’itinerario che si desidera seguire.
Dal 1995 su questa spettacolare alta via si corre il Trofeo Kima, una skyrace di 52 km e 8400 m di dislivello totale.
Questa maratona del cielo è considerata una tra le più belle ed impegnative skyrace a livello mondiale.
I vincitori compiono il percorso in senso “antiorario”, con partenza ed arrivo a Filorera, in poco più di 6 ore.
Oltre all’abbigliamento tecnico e alle calzature adatte all’alta quota, è consigliabile avere:
- Casco
- Imbracatura
- Cordino + moschettone o eventuale kit da ferrata (attenzione: i tratti attrezzati non sono da paragonarsi alle vie ferrate)
- Piccozza (in caso di presenza di neve/ghiaccio sui passi)
- Ramponi (in caso di presenza di neve/ghiaccio sui passi)
- Bastoncini da trekking, da NON utilizzare nei tratti più tecnici
Prima di affrontare questa escursione, è consigliabile contattare i gestori dei rifugi per avere informazioni sulle condizioni del sentiero, cosi da valutare quale attrezzatura è meglio avere con se.
Periodo consigliato da Giugno a Settembre.
Sentiero “EEA”, per escursionisti esperti con attrezzatura.
È consigliabile avere una buona preparazione atletica ed una sufficiente esperienza in un ambiente tecnico di montagna.
I tratti più impervi ed esposti sono attrezzati, ma comunque mai banali e da non sottovalutare in caso di brutto tempo o forte innevamento.
Oltre al normale sentiero di montagna, talvolta ci si trova a dover camminare su placconate e pietraie.
Generalmente i più affrontano il Sentiero Roma, sia la versione integrale che quella più breve della Val Masino, in senso “orario” (da Brasca/Omio al Ponti/Bosio). Affrontare il sentiero in questa direzione significa: salire di quota ogni giorno, affrontare i tratti più esposti in discesa e ritrovarsi le tappe più lunghe e impegnative a fine trekking, con giorni di cammino nelle gambe e con il rischio di non apprezzare l'ambiente circostante poiché troppo esausti.
Ciò non significa che i più sono in errore, significa che il trekking in questa direzione potrebbe non essere adatto a chi soffre di vertigini e a chi è poco allenato.
Il giro “antiorario”, sicuramente è “meno faticoso” poiché si parte da una quota maggiore (1950 m posteggio di Predarossa oppure 795m posteggio Torre S. Maria) e in breve si raggiunge il rifugio dove si pernotta; i giorni seguenti si affrontano le tratte più lunghe e tecniche. Giunti al rifugio Allievi Bonacossa, le tappe diventano più brevi e meno tecniche.
Si affronta il Passo del Camerozzo in salita, per cui chi soffre di vertigini ha la mente concentrata sulla salita e non si preoccupa dei punti più esposti.
Novate Mezzola – Torre S. Maria 4500 m
Torre S. Maria – Novate Mezzola 3900 m
Bagni di Masino - Predarossa 3036 m
Predarossa - Bagni di Masino 2300 m